domenica 29 settembre 2013

Cotoletta impanata



La cotoletta impanata, fin troppo nota ed apprezzata. Sarà per la croccante panatura che occulta alla vista la fetta di carne poco amata dai piccoli: sarà il profumino del pane fritto; sarà perché, proprio perché è fritta non è bene mangiarla spesso e quindi quando capita è meglio festeggiare; ci sono tanti sarà ma concludendo quando c’è lei in tavola sono tutti d’accordo (lo dico sottovoce, anche chi di solito non mangia perché “non potrei”)  

Una nota di viaggio: durante una vacanza in Germania ho trovato, in una rosticceria, una sorella della cotoletta, la schnitzel. Immaginate la mia sorpresa nel vedere anche li una specialità italiana, per poi scoprire che arrivavo in ritardo: la diatriba tra la cotoletta milanese e la schnitzel viennese dura da tanto tempo: chi è nata prima? Altra cosa che ho scoperto e che mi ha divertita: nel medioevo si credeva che l’oro avesse proprietà benefiche per le malattie di cuore, quindi chi poteva permetterselo usava la costosissima polvere di oro sulle pietanze; i milanesi che amavano impanare sostituirono il prezioso metallo con il pane secco grattugiato che friggendo assumeva il caratteristico colore dorato.


I miei ricordi vanno all’infanzia quando mia madre portava in tavola la tradizionale cotoletta milanese con tanto di osso che ci permetteva di impugnarla e rosicchiarla fino alla fine. Usava una costoletta di vitello che passava nell’uovo salato e poi nel pangrattato, assestando il tutto bene in modo da non perdere la panatura durante la cottura, che avveniva in burro biondo. Il burro, che rimaneva nella padella veniva versato sulla cotoletta. Sono ricordi molto piacevoli di un tempo ormai lontano; oggi in luoghi diversi e tradizioni diverse anche la mia cotoletta impanata ha cambiato look. Uso di preferenza carni di tacchino o di cavallo e friggo in olio di oliva. Entrambe le versioni sono ottime ma con caratteristiche decisamente diverse e assolutamente non confondibili.

Qui propongo quella che ormai cucino sempre: fette non troppo sottili senza osso e fritte in olio di oliva, risulta una cotoletta morbida internamente ma croccante esternamente.


Cotoletta impanata (4p)
4 fette di tacchino
2-3 uova a seconda delle necessità
Pangrattato*
2 cucchiai di farina di mais precotta per polenta fioretto*
olio di oliva (o olio di semi di arachidi)
sale
 
Gli ingredienti con il simbolo (*) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o riportare la scritta "senza glutine"







Pulisco da eventuali nervetti le fettine. 
Con una forchetta sbatto leggermente le uova con il sale in modo da amalgamare i tuorli agli albumi, non devono montare.



Passo le fettine prima nell’uovo, poi nel pangrattato miscelato con la farina di mais. Con le mani presso dolcemente in modo da far attaccare bene la panatura alla carne,




poi ripasso le fettine già impanate nell’uovo e poi nuovamente nel mix di pangrattato.
In una padella per fritti metto abbondante olio per friggere: porto a temperatura facendo attenzione a non arrivare al punto di fumo, altrimenti brucia l’olio.

Friggo subito a fuoco non troppo alto per evitare che l’esterno bruci e l’interno resti crudo.






Friggo solo due cotolette per volte in modo da non far raffreddare troppo l’olio.


Quando la panatura risulta dorata sistemo le fettine su carta assorbente per far rilasciare l’eccesso di unto.
Servo con insalata mista.
Alla prossima
Ciao



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